1) Mangiare cibi pieni di zuccheri
In Italia la colazione per antonomasia è dolce, difficile rinunciare a cornetti, torte, biscotti, cereali al cioccolato, ciambelle, pane con la marmellata, ecc. Ma mangiare sempre e solo questi alimenti all’inizio della giornata non è esattamente consigliabile dato che, ricchi come sono di zuccheri, fanno sì che la fame venga saziata sul momento ma poi ne vada a risentire il metabolismo complessivo. Questi cibi, infatti, comportano un picco della glicemia che poi però, inevitabilmente e repentinamente, crolla. E’ per questo che dopo una colazione dolce, nel giro di un paio di ore si ha di nuovo fame.
2) Dimenticarsi delle proteine
Le proteine, a differenza dei carboidrati, ci mettono molto tempo ad essere digerite. A colazione quindi possono essere d’aiuto per sentirsi sazi più a lungo evitando di fare troppi spuntini nel corso della mattinata. Tra questi troviamo uova, formaggio o prosciutto, ma le proteine si trovano anche nel pane integrale e nei legumi, un’alternativa alle solite colazioni può essere anche una bella fetta di pane arricchita con humus di ceci.
3) Non mangiare sufficienti fibre
Le fibre a colazione sono ideali perché aumentano il senso di sazietà e contribuiscono a ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri. Inoltre, come tutti sanno, aiutano le funzioni intestinali e sono quindi un must da inserire in una sana alimentazione mattutina. Il modo migliore per ottenere fibre è quella di prediligere i cereali integrali da mangiare.
4) Mangiare troppo in fretta
Lo sappiamo bene, spesso andiamo di fretta anche nel fare colazione: c’è chi afferra una tazza di caffè prima di uscire di casa e chi addirittura mangia di fronte al computer o arrivato a lavoro quando già tutte le preoccupazioni della giornata si sono addensate nel cervello. Niente di più sbagliato! La colazione dovrebbe avere un proprio spazio di riguardo: almeno 15 minuti di calma in cui si può stare seduti e assaporare il cibo concentrandosi il più possibile su di esso e masticando con tranquillità in modo tale che il cervello abbia il tempo di “registrare” l’avvenuto pasto.
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